Nel 2015 pubblicammo l’articolo a firma della Dott.ssa Maria Teresa Agazzi dal titolo: Un Hospice per tutti.
Ora leggiamo sulla stampa nazionale che curare il dolore è un comandamento e un numero notevole di terapisti del dolore ha sottoscritto il decalogo che riportiamo di seguito:
- Sono un medico e rispetto il giuramento di Ippocrate.
- Devo curare il dolore.
- Devo prendermi cura della sofferenza che deriva dal dolore.
- Devo operare per il benessere della persona.
- Devo considerare imprescindibile la qualità delle cure.
- Devo impegnarmi affinchè sia garantito l’accesso alle cure a tutte le persone ovunque essi si trovino a nascere e a vivere.
- Devo evitare le diseguaglianze e curare tutte le persone senza distinzione di età, genere, etnia e religione.
- Devo basare la decisione terapeutica sul rispetto della volontà della persona e nella difesa della sua dignità.
- Devo condividere e promuovere il sapere e le conoscenze sulla cura del dolore.
- Questo è il mio impegno a migliorare la qualità di vita delle persone con dolore.
Quando ci riferiamo ai pazienti oncologici siamo perfettamente consci che il poter contare su una struttura così delicata è un vantaggio non indifferente. Un malato di tumore se non ha dolore accetta meglio le cure e la malattia. Sono aspetti clinici ma anche etici e troviamo perciò giusto che gli ingressi vengano coordinati con i medici di base che hanno seguito i pazienti fin dall’insorgere della malattia e sono a perfetta conoscenza delle situazioni familiari di ciascuno di loro. Il volontariato si affianca efficacemente alla struttura istituzionale con l’Associazione “Noi per l’Hospice” presieduta dal Rag. Spagnolo Stefano e collocata nella medesima sede di questo sodalizio.
La nostra è una sfida che va al di là della dimensione terapeutica e coinvolge aspetti umani sempre più pregnanti. La migliore sanità passa attraverso uno stretto connubbio tra operatore e malato in simbiosi fra loro. Medico e paziente che si guardano reciprocamente e con fiducia.